RETI DI TERRA
Reti di Terra is a site-specific production conceived within the art residency program of SACS (Archive of contemporary art of Sicily) in the summer of 2017, promoted by Museo Riso of Palermo. The paintings were realised following an intense dialogue with the fishing community of the island of Ustica, near Palermo, whose activity is symbolically put in parallel with that of the farmers of the island itself.
This initial project paved the way for a subsequent series of productions titled Lur Sareak (in Basque = land nets), executed in the Basque Country. Here, the fishing nets of Pasaia intertwine with the soil of Monte Igueldo, harmoniously merging two distinct realms and cultures—the maritime and the terrestrial. In 2022, as part of an artistic residency endorsed by the Sete-Palermo Festival, the artist collaborated with fishermen from l’Etang du Thau, culminating in a captivating final performance and exhibition at CRAC Occitanie.
The skillful use of nets soaked in mud, replicating gestures acquired from fishermen, breathes life into imprints. These overlapped imprints coalesce into a geography, an archipelago of an imaginary land. The lines of soil turn into living forms, moved by vital flashes. Essentially the imprints offers a synthesis between two worlds and two ways of life. In spite of the different elements involved (water and earth) the two worlds move forward in sync, both respecting cyclical rituals over time and seasons. This “permanent” time turns space into a sacred place, full of archaic forces. In the canvases it is precisely this presence, profoundly dynamic, that forms organisms and worlds, as if these were seen from above (islands, continents, clods of earth); or seen closely, almost at the molecular level, as if exploring a connective tissue that keeps united community and territory, human beings and elements of nature.
Ultimately, metaphorically speaking, it could be said that the sieve used to select the soil for Reti di Terra fishes in the profound depths of the soul, bringing forth unconscious, organic, amphibious, mysterious, and ambiguous beings—much like those encountered in myth, traditional tales, and fantastical narratives.
Photos:
A. Di Giugno
Photos of the installation at El Palace, Barcelona and Instituto Cervantes Palermo:
GGD
Eloïse Legay (credit photo Festival Sete Palermo)
Notes:
Cotton-blend canvas (200 cm wide), soil, glue, various sizes, 2017-2022.
Reti di Terra è una produzione site specific realizzata a Ustica durante la residenza promossa dal Museo Riso di Palermo nell’estate del 2017. Le tele sono state realizzate a seguito di un intenso dialogo con la comunità dei pescatori di Ustica, la cui attività viene messa simbolicamente in parallelo con quella dei contadini che vivono sulla stessa isola. A questo progetto è seguito Lur Sareak (in basco significa reti di terra), un altro ciclo di produzioni realizzate nei Paesi Baschi, dove le reti dei pescatori di Pasaia incontrano la terra di Monte Igueldo, unendo due mondi e due culture, quella del mare e quella della terra.
Nel 2022, durante la residenza artistica promossa dal Festival Sete-Palermo ha lavorato con pescatori de L’Etang du Thau e realizzato una performance e mostra finale al CRAC Occitanie.
La raffigurazione della rete, realizzata con la terra del luogo, opera una sintesi fra due mondi e due modi di vivere che, a dispetto degli elementi così diversi (acqua e terra), si muovono con cadenze precise e analoghe, secondo una scansione ciclica del tempo e delle stagioni; un tempo “permanente” che muta lo spazio in un luogo del sacro, denso di forza arcaica. Nelle tele è proprio questa presenza, profondamente dinamica, che forma organismi e mondi, come se questi fossero visti dall’alto (le isole, i continenti, zolle di terra) oppure da vicino, quasi a livello molecolare, come ad esplorare un “tessuto connettivo” che tiene uniti comunità e territorio, esseri umani ed elementi della natura. I vari pattern formano una geografia, un arcipelago di una terra immaginaria, dove le linee della rete sono in qualche modo le linee dei solchi necessari alla coltivazione ma contratti in forme vive, mosse da guizzi vitali, figurazioni animiche captate attraverso un processo di imprinting fra tela e terra.
Il setaccio di Reti di terra diventa così una pesca a grandi profondità, quella dell’inconscio, dove emergono esseri organici, anfibi, misteriosi e ambigui, esattamente come quelli che hanno trovato spazio nel mito, nei racconti tradizionali e nelle narrazioni fantastiche.
Foto:
A. Di Giugno
Foto dell’installazione a El Palace, Barcelona:
GGD
Foto CRAC Occitanie:
Eloïse Legay (Credit foto Festival Sete Palermo)
Note:
Tela misto-cotone, altezza 200 cm, terra, colla, varie dimensioni, 2017-2022