ELYMA

a cura di Lori Adragna e Luigi Biondo 

 

The Elyma project is an invitation to reflect and dialogue with the surrounding environment, get lost and find yourself in a powerful and present nature. In Segesta the plant installations and sound sculptures by the artist Gandolfo Gabriele David will trace a path that will lead the visitor from the Valle gate to the heart of the Temple and up to the Antiquarium, where he will find the section dedicated to the finds curated by archaeologists Maria Cecilia Parra and Chiara Michelini, including the works from the votive deposit of the foundation of the granary discovered in the urban Thesmophorion of Entella, the sacred area of Demeter, in dialogue with contemporary testimonies and works by the artist connected to the theme of wheat and Nature. The exhibition is curated by the art historian Lori Adragna and Luigi Biondo, director of the Segesta archaeological park.

Photo by Sandro Scalia / GGD / Sisilab

Video 1 by Sisilab
Video 2 by Eidon – Antonio Macaluso

Elyma è un progetto che si snoda lungo un percorso punteggiato da installazioni vegetali e sculture in dialogo con il Parco Archeologico di Segesta. 

1 – INSTALLAZIONE CHAKANA
Il primo intervento è costituito da un’installazione di Land art che circoscrive un’area vegetale composta da essenze spontanee e piante a fioritura estiva per attrarre insetti impollinatori, anello fondamentale della catena ecosistemica. 
L’installazione proietta i suoi percorsi sino a inglobare parti di terreno precedentemente coltivate agganciandosi ad alcuni sentieri naturalistici che attraversano il Parco. 
L’area, orientata sull’asse est-ovest, si collega visivamente al frontone del tempio ed è punto di partenza di un percorso “sacro” che prepara il visitatore all’ascesa. L’installazione, in sinergia con il luogo, si configura come ambiente meditativo che predispone a una fruizione empatica invitando a percorrere l’area archeologica secondo un fluire lento e attento. Essa riprende la forma della Chakana (detta anche Croce scalonata, per la presenza in ciascun lato di tre gradini che rappresentano la costellazione della croce del sud). La Chakana, emblema dell’armonia cosmica, sintetizza la dualità cielo/terra, mondo superiore/mondo inferiore; rispecchia il tempo ciclico delle stagioni dove ogni vertice segna i momenti più rappresentativi dell’anno e i cerimoniali legati a solstizi ed equinozi. 

Nell’ottica di un dialogo interculturale, Elyma fa parte della Neonorte 4.0, festival incentrato quest’anno sul simbolo della Chakana, con l’obiettivo di collegare Segesta a luoghi geograficamente distanti, accomunati da visioni cosmologiche e archetipi. 

Nei vertici della Chakana sono collocati degli elementi metallici che appaiono come lance conficcate nel terreno e che rimandano alle misteriose leggende degli Elimi. La narrazione vuole che questo popolo, sopravvissuto alla guerra di Troia, alla ricerca di nuove terre, abbia fondato Segesta. Persa la carica bellica, le lance diventano elementi fitomorfi che giocano col vento e segnano un perimetro sacro.

Elyma invita a riconsiderare il nostro rapporto con ciò che ci circonda: ecosistemi formati da esseri viventi, animati e inanimati. Attraverso l’empatia, la lentezza e la meditazione Elyma predispone a riconsiderare il mondo, rompendo il dualismo natura-cultura insito nella visione occidentale. Così la natura, non più “fondale” dell’agire umano, diventa luogo dell’interazione tra tutti gli esseri che abitano il pianeta. 

2 – SENTIERO

Il percorso invita ad approssimarsi al tempio secondo un incedere intimo e contemplativo. L’intervento è costituito da elementi sonori metallici che, come nell’antichità, accompagnano l’ascesa al tempio e ne sottolineano la dimensione sacrale. Gli elementi sono corredati da sonagli che creano un ambiente sonoro le cui frequenze invitano a ritrovare il contatto con le energie del mondo e con il sacro dentro ognuno di noi. 

L’artista ha voluto dipingere le sculture di giallo, colore che simboleggia il sole e rimanda alla speranza che l’uomo ritrovi la connessione con la natura da cui si è allontanato.

3 – INSTALLAZIONE NEL TEMPIO:

L’installazione è dimensionata sul diametro di due colonne. Ha base quadrata ed una forma a gradoni che si rifà sia al simbolo andino della Chakana che a costruzioni rituali appartenenti a varie civiltà (stupa, are votive…).

Nel primo scalino prendono vita piante spontanee e piante a fioritura estiva, omaggio alla biodiversità.

Nel secondo scalino una vasca d’acqua contiene piante filtranti, alghe e ninfee in grado di purificare ambienti acquatici degradati dall’attività umana. L’elemento acqua è, inoltre, un rimando alla leggenda della ninfa Egesta che, congiungendosi con il fiume Crimiso, dà origine al mito fondatore del luogo.

La parte sommitale è destinata alla coltivazione di grani antichi di varietà locale, nello specifico perciasacchi, che prende il nome dalla particolare forma affusolata dei chicchi che “bucava i sacchi” di juta.

L’installazione, pensata come un’offerta propiziatrice, celebra l’unione dell’umanità e di tutte le specie, riconsiderando il nostro rapporto con tutto ciò che ci circonda.

4 – ANTIQUARIUM

All’interno dell’Antiquarium pane e grano, elementi fondamentali nella ricerca di Gandolfo G. David, sono in dialogo con reperti archeologici: testimonianze riconducibili all’antica area di Segesta e provenienti dal deposito votivo di fondazione del granaio del Thesmophorion (area sacra di Demetra) di Entella.

La mostra, che nella sezione archeologica è curata da Maria Cecilia Parra e Chiara Michelini,  presenta documentazioni fotografiche e video del ciclo di opere di David raccolte sotto il titolo La Casa del Pane. Queste sono incentrate su laboratori di panificazione e ispirate alle suggestioni antropologiche degli ex voto di pane e ai riti ad essi collegati.

Nelle sue innumerevoli versioni La Casa del pane, progetto nato sui temi dell’accoglienza e del dialogo interculturale, ha anche attivato riflessioni su antropocene e paesaggio, patrimonio materiale e immateriale, tradizione e contemporaneità, avvicinando persone, luoghi e comunità differenti. 

Progetto prodotto da Mondo Mostre

Collaboratori:
Installazioni metalliche: Ferro Doria Palermo
Installazioni vegetali: Marsala Giardini

foto Sandro Scalia / GGD / Sisilab

Video 1 Sisilab

Video 2 Eidon – Antonio Macaluso